Intervista all'adunata alpini ad Alzano Lombardo

L’elogio alla comunità degli Alpini



Ottomila alpini si sono dati appuntamento ad Alzano Lombardo per la 26ª adunata sezionale dell'Ana (Associazione nazionale alpini), in occasione dell'85° di fondazione. Hanno sfilato per le vie del paese con i gonfaloni dei Comuni, i 200 gagliardetti dei gruppi bergamaschi, i vessilli delle sezioni ospiti, delle associazioni d'Arma e della Federazione internazionale dei soldati di montagna (Ifms).
Erano presenti, inoltre, le fanfare alpine della sezione di Bergamo, i rappresentanti del Consiglio sezionale, i cori Ana, gli applauditissimi reduci e tutti i gruppi orobici.
Al termine della sfilata le penne nere hanno ricevuto i saluti e i ringraziamenti delle autorità intervenute: Roberto Anelli, sindaco di Alzano Lombardo, Marcello Raimondi, sottosegretario alla Presidenza della Regione Lombardia, Antonio Gregis, capogruppo degli alpini di Alzano, il deputato Nunziante Consiglio, il presidente provinciale dell’Ana Antonio Sarti e il consigliere nazionale Antonio Arnoldi.

Stiamo correndo per ricostruire il nostro Paese

Un incarico per lavorare sui grandi temi regionali

Marcello Raimondi è stato nominato da Roberto Formigoni sottosegretario alla Presidenza per l'attuazione del programma regionale: un incarico molto impegnativo e di grande prestigio per la provincia bergamasca.
"L'incarico affidatomi rappresenta al tempo stesso un grande onore e un grande stimolo soprattutto per la fiducia concessami dal presidente. Un incarico che, nei prossimi anni, mi porterà a lavorare a stretto contatto con lui per affrontare i grandi temi regionali. Penso in particolare all'Expo 2015 e a tutto ciò che sarà necessario realizzare per arrivare preparati a quella data. Le politiche negoziali, come gli accordi di programma, cui il presidente ha dato un grosso impulso negli ultimi anni, rappresentano ormai uno dei cardini dell'azione di governo regionale".

Oasi Valpredina: la Regione dà l’ok ai nuovi confini

Bella stagione fa rima con vita all’aria aperta. E per ristorarsi dal gran caldo e dall’inquinamento della città, si cercano volentieri luoghi immersi nella natura. Senza andare troppo lontano, i bergamaschi possono approfittare della riserva naturale di Valpredina, un’area protetta e gestita dal WWF, che da oggi amplia i propri confini.

Dopo aver acquisito il parere positivo della Provincia di Bergamo e della Commissione consiliare “Ambiente”, il Consiglio regionale della Lombardia ha infatti accolto la richiesta di annettere altri terreni, di proprietà sempre del WWF, così da rendere l’estensione della riserva più omogenea e per valorizzare i luoghi che possiedono un’alta valenza naturalistica. Si possono, infatti, trovare le nidificazioni di rari uccelli rapaci e vi sono le condizioni per l’insediamento di caprioli e piccoli mammiferi.

«Le finalità previste da questo provvedimento –spiega Marcello Raimondi, consigliere regionale e relatore dell’iniziativa– sono quelle di tutelare e conservare le caratteristiche naturali e paesaggistiche dell’area, oltre a disciplinare e controllare la fruizione del territorio ai fini scientifici e didattico-ricreativi. E’ infine prevista la programmazione di attività agricole tradizionali, di attività silvo-pastorali e in genere di tutte le attività umane in maniera armonica con le esigenze del territorio».

L’oasi di Valpredina nasce grazie ai terreni che, nel 1983, i coniugi Enzo e Lucia Bardoneschi fecero all’Associazione italiana del World Wildlife Fund for nature Onlus. La zona venne istituita come “area protetta” e classificata come “Riserva naturale parziale di interesse forestale e paesistico”, con un’estensione di circa 90 ettari, di cui 37 già istituiti a Riserva naturale, il cui piano di gestione è stato approvato nel 1997. Con l’ampliamento approvato dalla Regione, si aggiungono terreni per altri 10 ettari complessivi, che rappresentano un importante potenziale di biodiversità.

Apre il bando casa

Un aiuto concreto per l’acquisto della prima abitazione e per pagare l’affitto arriva dalla Regione Lombardia che, con un finanziamento record di quasi 100 milioni di euro, torna in campo per sostenere la famiglia e il diritto alla casa. La Giunta regionale ha infatti deliberato il nuovo bando di sostegno all’acquisto della prima abitazione legato alla legge regionale n. 23 del 1999, che si aggiunge ai contributi per lo Sportello Affitto 2008 già approvati negli scorsi giorni.

“Si tratta di incentivi concreti a favore delle famiglie lombarde –spiega Marcello Raimondi, consigliere regionale bergamasco di Forza Italia e presidente della Commissione Casa e Territorio-. Il Governo di Formigoni in questi anni ha messo a disposizione un impegno finanziario notevole, mutando decisamente l’impostazione data in passato a questo genere di interventi. Oggi infatti siamo passati dal concetto di edilizia pubblica a quello di edilizia sociale: non c’è più solo l’ente che dà la casa, ma si incentivano anche le famiglie aiutandole ad accedere al mercato immobiliare”.

Seimila euro a 6.500 famiglie

In particolare, grazie a uno stanziamento record di 40 milioni di euro, il bando per l’acquisto della prima casa prevede un assegno di 6.000 euro – mille euro in più rispetto al passato- per circa 6.500 famiglie.
“Con lo scorso bando, di cui è ancora in atto l’istruttoria, hanno ottenuto i contributi ad oggi 1.300 famiglie, di cui circa 350 bergamasche -precisa Marcello Raimondi-. Dopo Milano, la nostra provincia è quella che, anche nei bandi precedenti, ha ottenuto più contributi rispetto alle altre.”.
In particolare, il bando prevede che 25 milioni di euro siano destinati alle giovani coppie, che non devono aver superato i 40 anni e devono essere sposate da ottobre 2007 o avere intenzione di sposarsi entro il 30 giugno 2009. I restanti 15 milioni sono invece riservati, in ordine di priorità, alle gestanti sole, ai genitori soli con almeno un figlio minore a carico, ai nuclei familiari con tre o più figli.
La situazione economica del nucleo familiare è definita in base al reddito complessivo dell'intero nucleo. Il meccanismo di calcolo si basa sui parametri dell’ISEE (l’Indicatore della situazione economica equivalente) e non deve superare i 30 mila euro.
L’abitazione oggetto di agevolazioni non deve avere un valore superiore ai 200 mila euro e non inferiore a 25 mila.

Le domande al Caaf

“Le domande possono essere presentate presso i Caaf –precisa Raimondi-. Abbiamo infatti ritenuto utile per i cittadini avvalersi ai fini della raccolta delle domande della collaborazione dei centri autorizzati di assistenza fiscale presso i sindacati, i comuni, le associazioni di categoria. Ciò semplifica notevolmente le procedure: i Caaf hanno infatti una presenza capillare sul territorio e dispongono di programmi informatici che rendono l’iter burocratico più snello e veloce”.

51 milioni di euro per lo Sportello affitto 2008

“Grazie allo stanziamento di 51 milioni di euro, lo Sportello Affitto aiuterà quest’anno circa 50 mila nuclei familiari”, spiega Raimondi. Aperto dal 15 luglio fino al 31 ottobre, lo Sportello distribuisce contributi alle famiglie in difficoltà nel pagare l’affitto e che, in riferimento alla situazione economica del nucleo familiare, hanno un valore massimo di ISEE pari a 12.911 euro.

Le domande possono essere presentate presso i Comuni di residenza o, anche in questo caso, presso i Caaf.

Sicurezza stradale, dalla Regione 40 milioni di euro

A fronte della gravissima situazione di emergenza stradale che sta mietendo vittime soprattutto tra i giovani, la Giunta di Formigoni ha approvato un nuovo bando regionale per il miglioramento della mobilità stradale e della sicurezza che prevede, tra il resto, l’adeguamento dei guard rail a protezione dei motociclisti, illuminazione più efficace nei tratti curvilinei, il posizionamento di impianti di sos e antincendio nelle gallerie.
“A seguito dei numerosi incidenti che hanno funestato la Lombardia e, in particolare, la Bergamasca, sto pensando alle 24 vittime di incidenti con la moto avvenuti dall’inizio dell’anno nella nostra provincia, la Regione Lombardia ha deciso di dare un segnale forte e fattivo con la messa in campo di 40 milioni di euro –spiega Marcello Raimondi, presidente della Commissione Infrastrutture del Consiglio regionale e promotore del Gruppo di lavoro Intercommissioni sulla sicurezza stradale-. Assumiamo questo impegno di spesa nella convinzione che una sola vita umana sprecata in un incidente stradale sia per noi inaccettabile”.
Nello specifico, il bando prevede risorse regionali Frisl, il Fondo di ricostruzione di infrastrutture sociali in Lombardia, per strade provinciali e comunali extraurbane ed è destinato ai Comuni singoli o associati e alle Provincie. L’entità dei contributi, sotto forma di un prestito senza interessi a rimborso ventennale, è fino a un massimo del 90% della spesa ammissibile. Sono previsti contributi a fondo perduto fino al 50% per i piccoli comuni (quelli sotto i 2000 abitanti) e per gli interventi previsti all’interno della programmazione negoziata regionale. Le domande possono essere presentate dal 25 luglio -data di pubblicazione del bando sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – al 26 gennaio 2009.
Due le tipologie di interventi ammessi al bando: quelli per la messa in sicurezza delle gallerie, tra cui il rifacimento della segnaletica, la realizzazione di piazzole e vie di fuga, il posizionamento di impianti antincendio, di rilevamento dei gas inquinanti e di smaltimento degli stessi tramite un’opportuna ventilazione, il rifacimento della pavimentazione con tecnologie finalizzate alla riduzione dell’inquinamento e del rischio incendio; e quelli per la realizzazione di impianti tecnologici a favore della sicurezza e di monitoraggio per il governo della mobilità, anche alimentati da fonti energetiche rinnovabili. All’interno di questa tipologia di interventi sono previsti i dispositivi per la rilevazione automatica della velocità, i pannelli per il miglioramento della comunicazione e della sicurezza, le segnalazioni luminose, l’installazione di videocamere per la sorveglianza di punti critici e, soprattutto, il posizionamento di dispositivi anche di tipo sperimentale per la protezione dei motociclisti.
“Questa iniziativa della Giunta si inserisce in una logica di sistema regionale a favore della sicurezza stradale che prevede, entro il 2010, la riduzione degli incidenti stradali del 50% rispetto al 1999 – precisa Marcello Raimondi-. E’ all’interno di questa strategia condivisa che il Consiglio regionale ha deciso di istituire il Gruppo di lavoro intercommissioni che, per la prima volta in Regione Lombardia, si occupa in modo interdisciplinare e condiviso di un tema come la sicurezza stradale, che ha ormai raggiunto dimensioni catastrofiche. E’ infatti divenuto indispensabile acquisire una cultura e una sensibilità diversa, una visione a trecentosessanta gradi per mettere a punto una politica della sicurezza stradale che possa essere in grado di fornire risposte concrete ai cittadini, orientando in modo organico e integrato i singoli specifici interventi per contrastare il fenomeno degli incidenti stradali”.

Leggi la rassegna stampa

01/08/08

Nazionale

Avvenire - Un ricorso può salvare Eluana

Corriere della Sera - La vittoria di teodem e rutelliani “E ora la legge anti-eutanasisia”

Il Giornale - Lodo, Veltroni molla l’Idv: il referendum? Un autogol

Il Giornale - Berlusconi: all’Italia serve un bel drizzone

Libero - Chi protesta vota Lega Ma poi spesso la tradisce


Rassegna stampa 01/08/08

Grandi opere, basta ritardi: la Lombardia ha la sua legge

Il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato la legge per la realizzazione di infrastrutture strategiche viarie o ferroviarie di preminente interesse nazionale delle quali è già stato riconosciuto il "concorrente" interesse regionale nell'intesa Regione/Stato dell'aprile 2003. Tra le principali infrastrutture che potranno beneficiare delle nuove norme vi sono innanzitutto Pedemontana, Brebemi e Tem (Tangenziale est esterna milanese).

Obiettivo della legge sono innanzitutto la riduzione e la certezza dei tempi delle procedure. Viene dunque introdotta la "regionalizzazione" dell'istruttoria e assicurati strumenti per superare l'eventuale inerzia di organi statali.
Sono previste infine forme di coordinamento stabili ed efficaci con gli enti locali interessati dalla realizzazione delle infrastrutture.

Leggi l'articolo uscito oggi sull'Eco

Via libera alla strada della Valcalepio

Leggi il comunicato stampa.

Comunicato stampa 16 aprile 2008

Grandi opere, ok alla legge taglia-tempi

Via libera della Commissione regionale territorio al progetto di legge che taglia i tempi delle grandi opere. Hanno votato a favore Forza Italia, Lega, An e Udc, astenuto il Pd, contrari Rifondazione e Italia dei Valori.
Un testo che introduce un modello di collaborazione (volontaria o meno) tra Stato e Regione, con quest'ultima che ottiene la possibilità di collaborare nella fase istruttoria delle opere sia per quanto riguarda la Valutazione d'impatto ambientale (Via) che per la formazione di proposte d'approvazione da inoltrare al Cipe (Comitato interministeriale programmazione economica. In pratica due tra gli ostacoli più difficili da superare nell'iter autorizzativo delle grandi opere: se dopo il via libera della Commissione arriverà quello (scontato) dell'aula, il Pirellone potrà intervenire per evitare che l'eventuale inerzia dello Stato blocchi opere fondamentali come Brebemi, Tem e Pedemontana.
Soddisfatto il presidente (e relatore del pdl) della Commissione, Marcello Raimondi: «Una norma innovativa che attua il principio di sussidiarietà, applicandolo alle procedure di approvazione di infrastrutture fondamentali per la nostra regione. Si stabilisce, infatti, che su opere già previste nella legge obiettivo, la Regione possa subentrare e sostituirsi, se il Cipe o l'Ufficio di Via ministeriale non ottemperassero ai tempi già concordati». Vengono così trasferite a livello regionale le attività principali relative all'approvazione dei progetti e il Pirellone assume un ruolo simile ai ministeri delle Infrastrutture e dell'Ambiente. In assenza di intese tra le parti, il Pirellone potrà intervenire con provvedimenti volontari di fronte a reiterati e ingiustificati inadempimenti.
La Commissione ha inoltre approvato un emendamento dello stesso Raimondi che estende la disciplina delle concessioni delle infrastrutture ad interventi di carattere insediativo e territoriale, purché compensati da adeguate opere di mitigazione ambientale: «Un emendamento che governa in modo più organico le opere indotte dalla realizzazione di nuove infrastrutture e allo stesso tempo assicura alle collettività pari entità di verde attraverso opere di mitigazione ambientale».
Astenuto il Pd, posizione così spiegata da Stefano Tosi: «Condividiamo l'obiettivo della legge, ma voteremo a favore se saranno chiarite alcune incongruenze e se sarà assicurata l'armonizzazione con la legge nazionale, per evitare che un buon proposito finisca nella palude di eventuali contenziosi». Un rischio che l'assessore alle Infrastrutture Raffaele Cattaneo vorrebbe evitare, proponendo un pdl al Parlamento per far si che questa norma sia accompagnata da una migliore definizione del quadro normativo nazionale.

Il nostro popolo ci affida una grande responsabilità

Dobbiamo guardare con gratitudine e condivisione ai bisogni di questa stragrande maggioranza di italiani che ha votato per noi. E’ il popolo delle famiglie, degli operai, dei piccoli imprenditori, delle casalinghe, dei pensionati che oggi, dopo due anni di scellerata gestione del governo Prodi, fa fatica ad arrivare a fine mese.
Il Governo nazionale raccoglierà questo impegno avviando una grande stagione di riforme, la prima delle quali deve essere l’attuazione del federalismo fiscale per il quale c’è già in Parlamento una proposta di legge bipartisan del Consiglio regionale della Regione Lombardia. In considerazione di questa netta vittoria tendiamo la mano all’opposizione perchè collabori a questa nuova stagione delle riforme necessarie al bene del Paese, esportando così a Roma l’esempio del Buon Governo della Regione Lombardia.
Ci auguriamo ora che Formigoni guidi questo processo, magari come presidente del Senato, per connotare anche con il tratto della sua persona questo passaggio epocale della nostra storia!

Non serve un'altra città alta fatta dai grattacieli

Non dobbiamo imitare Milano: critiche al progetto degli edifici da 15 piani nell'area Sace.

Leggi l'intervista a Marcello Raimondi pubblicata il 23 marzo su "L'Eco di Bergamo"

Ai nostri ragazzi mancano veri "maestri"

Voglio porre alla vostra attenzione il tema dell’educazione.

Con un gruppo di amici faccio una scuola “privata”…di mezzi, che noi preferiamo chiamare “scuola libera”. Lavoro a La Traccia di Calcinate, una scuola di quasi 900 alunni provenienti da 40 località della bergamasca, che frequentano le Elementari. Medie e i Licei. Nel mio lavoro quotidiano con i ragazzi e le loro famiglie mi accorgo ogni giorno sempre di più dell’emergenza educativa.

Un genitore, impresario edile, mi ha detto che uno dei suoi migliori muratori si licenziava perché alla sera ritornava dal lavoro stanco e non poteva più andare a divertirsi, per cui cambiava attività. …Qualcosa è cambiato nella mentalità, anche dei bergamaschi. Noi di solito diciamo:-vado a letto presto perché domani mi sveglio all’alba per andare al lavoro…”.

Nel mese di febbraio in particolare, ho incontrato decine di famiglie che chiedono l’iscrizione alla scuola ed è interessante ascoltare i loro vissuti:la preoccupazione per i figli riguardo alla scuola che non sa più nemmeno tenerli perché non sa più proporre loro qualcosa di interessante. Ad aggravare la situazione il numero crescente di alunni extracomunitari… Ma attenzione, il problema non sono gli extracomunitari;il loro arrivo fa solo scoppiare la situazione: il problema è la mancanza di una nostra proposta. Nella scuola ci sono insegnanti che sarebbero capaci e preparati se la scuola funzionasse, ma sono demotivati e avviliti perché sottovalutati dall’intera società.

Nella sala d’attesa dell’ambulatorio medico sento dire:- I giovani non hanno più valori!”. “no, signora, i giovani non hanno più maestri”. Questa è la tragedia.

Occorre considerare che la vera emergenza è quella educativa, la scuola va messa in tutti i programmi politici al primo posto, altrimenti non avremo più nemmeno bravi operai, perché non avremo più gente che cresce libera e perciò responsabile.

Occorre che venga realizzata la vera autonomia nella scuola e che gli insegnanti vengano considerati: raddoppiare lo stipendio e raddoppiare l’orario di lavoro, per esempio.

Oggi pomeriggio c’è stato il funerale del ragazzo di 17 anni morto con il motorino. Al pomeriggio precedente l’incidente era in oratorio e alla domanda del curato:”Se fosse l’ultimo giorno della tua vita come vorresti passarlo?” i ragazzi hanno scritto “in compagnia degli amici”…; lui, di sera, tornava dalla locanda. …

Cosa proponiamo ai nostri ragazzi? Hanno bisogno non di regole di cui abbiamo tappezzato le pareti della scuola e della strada… ma di adulti che fanno loro una proposta, che fanno loro compagnia. Ricordo sempre ai miei colleghi:- non importa come uno entra a scuola alle 8 di mattina, ma come esce alle 13. Cosa ha incontrato quel bambino, quel ragazzo? Chi e cosa ha visto di buono e di bello nelle pareti dell’aula in quelle ore di permanenza?”

Si possono mettere a tema nei programma elettorali sviluppo, economia, strade, infrastrutture ma senza persone “educate” non ci potrà essere futuro. Avanti così non troveremo nemmeno più chi fa il presidente del condominio…E’ l’educazione la risorsa, è nell’educazione il nostro impegno anche di politici.

La scuola è il luogo dove si impara la bellezza, la grandezza e la serietà della vita. E’il luogo dove un ragazzo è aiutato a capire chi è e dove va e che senso ha la realtà. Alla politica chiediamo riconoscimento e aiuto concreto perché chi ha ancora qualcosa da comunicare ai propri figli, lo possa fare. Ne va della salvezza del nostro popolo, della nostra terra.

Cordialmente buon lavoro.
Anna Serena Pirola

Consiglio Regionale approva modifiche alla legge urbanistica

Approvate dal Consiglio regionale le modifiche alla legge per il governo del territorio (legge regionale 12/2005), che prevedono tra le altre cose semplificazioni degli strumenti di pianificazione per i piccoli comuni, in particolare per quelli con meno di 2000 abitanti e al di sotto di 15 mila.
In sostanza per 659 comuni (al di sotto dei 2000 abitanti) viene introdotta la possibilità di un unico documento al posto dei tre attualmente obbligatori: Documento di Piano, Piano dei Servizi e Piano delle Regole. Gli altri 792 comuni, quelli con un numero di abitanti compresi tra 2000 e 15 mila, invece, potranno avvalersi di semplificazioni in base a una esplicita previsione normativa della Giunta, sentita la Commissione consiliare.

Tra le altre norme passate al vaglio dell’Assemblea regionale, quella che individua le aree da destinare ai campi nomadi - per la cui realizzazione e mantenimento saranno obbligatori il consenso dei Comuni limitrofi e la previsione nel Piano del Governo del Territorio – e quella che proibisce di costruire edifici di culto, se queste aree non siano espressamente individuate negli strumenti di pianificazione urbanistica.

Via libera inoltre alla realizzazione di opere di mitigazione ambientale in presenza di nuove infrastrutture di mobilità, al divieto di edificare nei pressi di autostrade e ferrovie, al recupero di aree degradate o dimesse in collaborazione con le Province e gli altri enti locali e alla costruzione nelle zone agricole di edifici di piccole dimensioni, solo se utilizzati ai fini della manutenzione del territorio boschivo e rurale. Nel campo dell’edilizia residenziale pubblica viene introdotto l’obbligo di individuare le aree destinate all’Erp e vengono previsti sconti degli oneri di urbanizzazione per i progetti di housing sociale.

Infine è potenziato l’Osservatorio permanente della programmazione territoriale, costituito dal Consiglio regionale su proposta della Giunta, che sostituirà l’Autorità per la programmazione territoriale.

Stralciato, invece, dall’Assessore Davide Boni (Lega Nord) l’articolo relativo ai conflitti tra Comuni ed Enti Parco, che introduceva la possibilità per la Regione di sostituirsi al Parco nell’adozione delle varianti. Una normativa, secondo l’opposizione, che interferiva nell’autonomia dei Parchi, consentendo la cementificazione sulle aree verdi.

"Sono convinto – spiega Marcello Raimondi – che le nuove norme urbanistiche ci permetteranno di operare per una Lombardia sempre più bella, andando a valorizzare gli aspetti storico-urbanistici, migliorando quanto fatto in trent'anni di tutela ambientale e facendo proprie anche le esperienze di nazioni particolarmente avanzate in questa materia, come la Germania".

La riforma della legge 12, svolta epocale

La V Commissione Territorio ha varato la riforma della legge regionale 12 sull'urbanistica. Leggi l'intervista a Marcello Raimondi.

L'Eco di Bergamo 21/02/08

Al centro la libertà di scelta delle famiglie

Mettere al centro la libertà di scelta della famiglia: questa è la rivoluzione del primo piano triennale di attuazione della legge sull’istruzione e formazione professionale, i cui indirizzi sono stati varati il 19 febbraio dal Consiglio regionale. Tre gli obiettivi strategici: incrementare il livello di qualificazione dei giovani, favorire il successo scolastico e ridurre la dispersione, sostenere la crescita del capitale umano regionale. Ora solo il 69,6% dei diciannovenni in Lombardia è diplomato (la media nazionale supera il 77%). L’obiettivo è di arrivare, con la nuova legge, al 75%. Confermata la dote, cioè il contributo agli studenti che scelgono i percorsi di istruzione formazione professionale: 4.500 euro per chi si iscrive in enti professionali non statali, 2.500 per chi frequenta quelli pubblici. La dote accompagnerà la studente in tutto il suo percorso scolastico. L’impegno economico della Regione è di 65 milioni di euro, il 20% in più rispetto al 2007, che comprende anche mense, trasporto, assistenza ai disabili e doposcuola. I vari contributi, non appena uscirà il bando, potranno essere richiesti con una sola domanda ai Comuni o via internet.

Il partito dei cattolici c'è già

La Lombardia dimostra che Forza Italia ha saputo garantire rappresentanza ai cattolici.
Leggi l'intervento di Roberto Formigoni su "Il Corriere della Sera" del 18/02/08.

Corriere della Sera 18/02/08

A Roma solo con il modello Lombardo

Formigoni si candiderà a Roma solo se avrà garanzie sulla continuità del lavoro svolto in Lombardia. Temi forti del suo impegno politico sono la centralità del cittadino e l'attenzione per la famiglia.

Leggi gli articoli usciti il 13/02/08 su "Libero" e il 12/02/08 su "Il Corriere della Sera".

Libero 13/02/08

Corriere della Sera 12/02/08

Formigoni: nel Pdl forte presenza cattolica

Leggi l'intervista a Roberto Formigoni.

Il Giornale 11/02/08

Dopo il congresso tutti a Riva del Garda

Cari amici,
domenica scorsa si è celebrato a Bergamo il Congresso Provinciale di Forza Italia, che ha visto la riconferma a Coordinatore Provinciale di Marco Pagnoncelli. Questo risultato ha avuto il determinante contributo dei delegati che sono stati eletti nei vari congressi comunali che Voi ci avete aiutato a svolgere nei vostri comuni e zone. E' il risultato di un anno di lavoro ( tesseramento 2006-congressi 2007) che ci ha visti protagonisti nell’aggregare un consenso, divenuto maggioritario, attorno a un comune progetto. Più di 150 congressi comunali sono stati celebrati, con l'elezione di circa 900 delegati. Questi i risultati di domenica:
Lista Marco Pagnoncelli 616 voti, lista Carlo Saffioti 245 voti.
Sono inoltre stati eletti tutti gli amici che il nostro gruppo aveva indicato, e precisamente:
-nel Coordinamento Provinciale : Callioni Leonio, Lorenzi Stefano.
-nel Comitato Provinciale: Fiorina Gianluca, Alborghetti Mariangela, Danesi Corrado, Zanga Davide, Zambelli Damiano, Boccolini Cristina.
Permetteteci di ringraziare ciascuno di voi per l’impegno profuso in questi mesi al seguito del comune progetto politico. Non si cambia il proprio pezzo di mondo se qualcuno non prende in prima persona la responsabilità di giocarsi in politica, e voi l’avete fatto con dedizione e a volte con coraggio.
Così avete permesso il dilatarsi della presenza di Forza Italia nella provincia di Bergamo e soprattutto avete dato a questa diffusione il timbro di ascolto e vicinanza alla gente che connota l’impegno dei cattolici.
Ma il bello viene adesso.
Per sostenere le ragioni del nostro impegno, per reincontrarci ed anche per un meritato riposo vi invitiamo perciò alla “duegiorni” di Rete Italia, la sigla che ci siamo dati a livello nazionale per collegare i nostri gruppi, che si svolgerà il 25, 26 e 27 gennaio a Riva del Garda (TN).
Il titolo scelto per l’appuntamento è bellissimo:
“Il popolo: gente che si riconosce amica e collabora per un ideale di migliore umanità. Un popolo può sorgere solo dalla gratuità”.
Sarà un incontro di grande rilevanza a livello nazionale, anche in considerazione della delicatezza dell’attuale momento politico, al quale parteciperanno, oltre al padrone di casa, Roberto Formigoni, Sandro Bondi, Pierferdinando Casini, Roberto Castelli, Gianfranco Fini, Nicola La Torre, Enrico Letta, Giorgio Vittadini, per concludere con Silvio Berlusconi.

Attenzione! L’ingresso agli incontri sarà consentito in via preferenziale agli iscritti a tutta la “duegiorni”, ossia a coloro che verseranno il bonifico per la permanenza negli alberghi. Per informazioni siete pregati di contattare la segreteria.

Domenica in piazza San Pietro

Di fronte alla grave vicenda di intolleranza che disonora l'Italia e il mondo della cultura, raccogliamo l'invito del cardinale Ruini a manifestare domenica prossima in piazza San Pietro la nostra piena solidarietà al Papa, dopo le contestazioni e la mancata visita alla Sapienza. In questa circostanza che colpisce tanto dolorosamente il nostro Paese, bene ha fatto Formigoni a disporre la presenza del Gonfalone della Regione Lombardia all'Angelus delle 12 come segno della vicinanza del popolo lombardo a Papa Benedetto XVI, universalmente riconosciuto come grande uomo di cultura e amico della scienza.

Una sconfitta del Paese

di Ernesto Galli della Loggia

A questo punto la decisione era molto probabilmente inevitabile: Benedetto XVI ha preferito non recitare la parte dell'ospite sgradito. Ha preferito evitare allo Stato italiano la vergogna di dover difendere la sua presenza all'Università di Roma schierando i reparti antisommossa, e ha deciso di rinunciare alla sua visita. E' una grande vittoria dei laici. Il «libero pensiero » ha trionfato e i suoi apostoli possono cantare vittoria: ha trionfato la scienza contro l'ignoranza, la ragione contro la superstizione, Voltaire contro Bellarmino. Hanno trionfato i grandi pedagoghi democratici che nei giorni scorsi, dall'alto della loro sapienza, avevano detto il fatto loro a Joseph Ratzinger definendolo una personalità «intellettualmente inconsistente».
E' una vittoria non da poco. Per la prima volta ciò che finora è stato sempre possibile a tutti i pontefici romani, e cioè di muoversi senza problemi sul territorio italiano, di essere accolti in qualunque sede istituzionale, di prendere la parola perfino nell'aula del Parlamento, per la prima volta tutto ciò non è stato invece possibile a Benedetto XVI. E questo nel cuore della sua diocesi, nel cuore di Roma.
Ma che importa? Assai più importante, dovremmo credere, è che i laici abbiano vinto. Peccato che non riusciamo proprio a crederci. Quella che ha vinto, infatti, è una caricatura della laicità.
E' la laicità scomposta e radicaleggiante, sempre pronta ai toni dell'anticlericalismo, che cinicamente ha usato la protesta dei poveri professori di fisica piegandola alle necessità della lotta politica italiana, delle risse del centro-sinistra intorno ai Dico e all'aborto, della gara per conquistare influenza sul neonato Partito democratico. E' la laicità che vuole ascoltare solo le sue ragioni scambiandole per la Ragione. Che, nonostante tutte le chiacchiere sull'Illuminismo, nei fatti non sa che cosa sia la tolleranza, ignora cosa voglia dire rispettare la verità delle posizioni dell'avversario, rispettarne la reale identità. E' la laicità che dispensa i suoi favori e le sue critiche a seconda di come le torni politicamente utile. Che da tempo, perciò, non si stanca di scagliarsi contro Benedetto XVI solo perché lo ritiene ostile alle sue posizioni sulla scena italiana e allora va inventandosi chissà quale assoluta diversità tra lui e il suo immediato predecessore, fingendo di non sapere che di fatto non c'è stato quasi un gesto, una presa di posizione importante, di Giovanni Paolo II che non sia stata condivisa, o addirittura ispirata, da papa Ratzinger.
Laicità? Sì, una laicità opportunista, nutrita di uno scientismo patetico, arrogante nella sua cieca radicalità. Con la quale un'autentica laicità liberale non ha nulla a che fare. Che anzi deve considerare la prima dei suoi nemici.

Convegno su Infrastrutture

Vi ricordo il prossimo importante appuntamento della Scuola di Sussidiarietà. Si tratta del convegno dal titolo: "Pubblico e privato nello sviluppo delle infrastrutture: Brebemi, Pedemontana, Aeroporto" che si terrà sabato 26 gennaio, alle h 9.30, nella Sala Oggioni del Centro Congressi Giovanni XXIII a Bergamo.


L'incontro sarà da me moderato e interverranno:
Stefano Paleari, Ordinario di Ingegneria Gestionale - Università degli Studi di Bergamo
Ilario Testa, Presidente SACBO
Antonio Di Pietro, Ministro delle Infrastrutture
Raffaele Cattaneo, Assessore alle Infrastrutture e Mobilità Regione Lombardia
Valerio Bettoni, Presidente Provincia di Bergamo


La partecipazione è libera e gratuita. Per questo, considerata l'importanza dei relatori e il grande interesse della tematica trattata, è possibile allargare l'invito anche ad amici non iscritti alla Scuola di Sussidiarietà.

 

Aborto, la Lombardia pronta a cambiare

Intervista su l'"Eco di Bergamo" a Roberto Formigoni.

Cominciamo dall'inizio: qual è il suo giudizio sulla legge 194?
«È molto semplice: all'epoca mi battei per abrogare la legge con il referendum, perché, da cattolico quale sono, la ritengo una legge sbagliata»
Tutta sbagliata?
«Tutta sbagliata no, tant'è che nella proposta fatta a suo tempo con il Movimento per la vita, chiedevamo una serie di opportuni cambiamenti all'impianto originale. Tuttavia, una volta diventata legge dello Stato, e soprattutto una volta diventato presidente di Regione Lombardia, ho sempre garantito che le strutture regionali permettessero l'utilizzo della legge, pur lavorando per utilizzarla al meglio, soprattutto in quella parte dell'articolo 1 dove sta scritto che lo Stato tutela la vita umana dal suo inizio, e proprio su questo tema abbiamo sempre fatto in modo che nelle strutture ospedaliere di Regione Lombardia ci sia sempre stata un'attenzione particolare. E questo grazie alla collaborazione e all'impegno di moltissimi medici, delle strutture ospedaliere e dei volontari dei Cav, i Centri di aiuto alla vita».
E come si è arrivati alla sua proposta di questi giorni?
«La nostra è una sperimentazione che pur svolgendosi pienamente all'interno della legge nazionale mira a dare più possibilità alla vita nascente, mettendo a disposizione della donna – di cui rispettiamo pienamente la libertà di scelta – una équipe di specialisti con cui consultarsi per individuare meglio le possibilità che sono date alla vita, avvalendosi anche dell'aiuto dei volontari dei Cav. Si è arrivati sin qui anche a seguito delle nuove scoperte scientifiche che consentono di far sopravvivere un feto nato anche prima delle 24ª settimana, e di quella costante ricerca della miglior qualità che è una caratteristica della nostra sanità».
Le due sperimentazioni milanesi nascono per iniziativa regionale o delle singole aziende ospedaliere?
«Difficile dirlo, nel senso che il colloquio è così quotidiano che le idee vengono insieme, anche se, ovviamente, è stato importantissimo il contributo di volontà, di idee e di iniziativa dei medici e degli ospedali. La paternità è comune da questo punto di vista, come del resto accade per tutte le proposte più avanzate. Da un parte c'è un atteggiamento molto positivo di medici, infermieri, responsabili di ospedali, anche di diverso orientamento, e dall'altra c'è una Regione sempre attenta a valorizzare tutto ciò che può dare nuove speranze, ed è proprio questo che ci fa eccellere».
Fino a che punto sarà vincolante la proposta regionale?
«Si tratta di direttive che andranno discusse e fatte proprie dai Comitati etici degli ospedali e quindi dai medici e dai primari. Non sono diktat, ma linee di indirizzo, dentro le quali l'azione degli ospedali e dei medici si deve muovere. Anche qui sarà necessario una fase di ulteriore confronto e collaborazione, anche se poi l'ultima valutazione spetta al medico».
Che risposta pensa di ottenere dagli ospedali?
«Le direttive regionali non sono diktat, ma nemmeno documenti che possono essere snobbati: al di là di tutto, mi aspetto una risposta positiva in tempi adeguati».
Quali?
«Vorremmo emanare le direttive entro fine gennaio, dopo di che ci vorrà qualche settimana, o qualche mese, secondo i casi. Mi attendo comunque un ritorno molto sollecito dalle strutture, anche perché sono abituate a reagire bene alle nuove provocazioni».
Nel documento in preparazione sono già indicati i termini esatti allo scadere dei quali scattano i nuovi vincoli?
«Non ancora. Ci riserviamo di valutare più in dettaglio il lavoro fatto nelle due strutture ospedaliere in questi mesi. Proprio per questo ci siamo dati tempo fino alla fine del mese».
Lei sembra ottimista di ricevere l'appoggio trasversale dei diversi schieramenti politici in campo: ne è così convinto?
«Se faccio riferimento alle modalità con cui il lavoro si è svolto nei due ospedali milanesi – dove ha avuto il sostegno unanime di tutti i medici e di tutto il personale, anche di diverso e diversissimo orientamento ideologico - dovrei essere ottimista. Sono comunque convinto che nelle prossime ore emergeranno prese di posizione che testimonieranno questo convincimento. Mi auguro che almeno questa volta il dibattito politico non avvenga sulla base di schieramenti preconcetti, ma sulla riflessione di ciò che è veramente accaduto: è una specificità lombarda, andiamone fieri e orgogliosi perché nel rispetto della legge nazionale si danno più possibilità alla vita. È un contributo straordinario, non un attacco alla 194, se non a quelli che leggono la 194 in una direzione unica, soltanto con gli occhiali dell'aborto a tutti i costi».
Il segretario regionale del Partito democratico, Maurizio Martina, considera il provvedimento che lei intende emanare «probabilmente illegittimo» e «inopportuno», un irrigidimento normativo «che rischia di essere dannoso e controproducente per gli stessi valori in gioco».
«Martina s'inventa i problemi da sè, si è inventato un irrigidimento legislativo cui Regione Lombardia non ha mai pensato, non a caso parliamo di linee di indirizzo e non di delibera. Il resto sono solo banalità, le sue. Mi lasci dire che le dichiarazioni del Pd sono francamente un po' deludenti e preconcette. Mi aspettavo, e mi aspetto ancora, qualcosa di più che non le solite reazioni difensive e imbarazzate: si riconosca che in Lombardia, da parte di un presidente di Regione e di assessori dichiaratamente antiabortisti, cattolici, si sono fatte sperimentazioni molto positive, che, nel rispetto della legge, danno maggiori speranze alla vita».
Sempre a sinistra c'è chi le contesta che la creazione di un pool di esperti sottragga di fatto la libertà di scelta della donna.
«Per carità, altro che dichiarazioni poco esaltanti come quelle del Partito democratico: qui siamo addirittura all'ideologismo più puro. Non credo che la libertà delle donne abbia bisogno di simili difensori: la possibilità di consultarsi in un momento così drammatico è una possibilità in più data alla libertà. Se ciascuno di noi, di fronte a qualunque scelta della vita, si può avvalere di un qualificato parere tecnico e scientifico, esprimerà una decisione più informata, e, se più informata, forse migliore, di certo non peggiore. Dopo di che, se qualcuno vuole utilizzare il proprio paravento ideologico per far cagnara, la faccia: non mi spaventa».
Il ministro per le Pari opportunità, Barbara Pollastrini, le manda a dire che non c'è alcun vuoto legislativo e che la 194 «è una legge saggia e lungimirante».
«L'ennesima posizione difensiva. Qui sono tutti terrorizzati: questi, che dovrebbero essere i progressisti, sono spaventati. Il ministro è spaventato, abbarbicato a tutela di una legge del 1978: sono passati trent'anni da allora, possibile che non si possa discutere di cambiare qualcosina? È cambiato il mondo in questi trent'anni ed è cambiato più volte, anche in questo settore».
È un problema l'alta percentuale di medici obiettori di coscienza?
«Assolutamente no, ci mancherebbe: il diritto all'obiezione di coscienza va salvaguardato al mille per mille».
Un'ultima domanda: che ruolo ha avuto la voce della Chiesa in tutta questa vicenda?
«Sarei tentato di risponderle nessuno, nel senso che il compito della Chiesa è quello di illuminare le coscienze. Tra gli operatori cattolici avrà avuto il suo peso, ma qui sono coinvolti anche molti operatori non cattolici. Per altro l'insegnamento della Chiesa non è solo un insegnamento di fede, ma anche un insegnamento razionale, e per sapere che la vita batte nel seno della donna anche prima che il feto venga alla luce non è necessaria la fede, bastano la ragione e la scienza. Il punto di vista della Chiesa, che in questo caso coincide con il punto di vista della ragione, illumina l'agire degli uomini e delle donne di fede, ma qui hanno partecipato alla riflessione e all'azione anche uomini e donne non cattolici e non cristiani».
Alberto Ceresoli

Ferrovie, via libera al salto di montone

Dopo mesi di docce fredde, finalmente una buona notizia per i pendolari: il salto di montone – l'innesto diretto tra la Bergamo-Treviglio e la nuova linea ferroviaria per Milano – si farà. «La conferma è arrivata dai vertici regionali di Rfi (Reti ferroviarie italiane) nel corso degli incontri periodici che stiamo tenendo per monitorare la situazione delle linee ferroviarie lombarde», spiega Marcello Raimondi. E la conferma arriva da Domenico Colombo, direttore del compartimento movimento Milano di Rfi: «I soldi ci sono ed entro i primi sei mesi del 2008 bandiremo la gara».

Un'opera costosa
«In un primo momento avevamo congelato l'opera per un semplice motivo: non c'erano i soldi. Abbiamo ritenuto più strategico per la rete portare a casa il completamento del quadruplicamento Pioltello-Treviglio e, di conseguenza, abbiamo stralciato il salto di montone», prosegue Colombo. Conti alla mano si tratta «di un intervento da 20 milioni di euro per quasi due anni di lavoro». Ma anche un'opera «che va semplificata nelle sue dimensioni e per l'impatto sul territorio: abbiamo già dato mandato a Italferr (la società d'ingegneria del gruppo Ferrovie dello Stato, ndr) di trovare una soluzione adeguata senza pregiudicarne le caratteristiche funzionali».

La soluzione provvisoria
Ad ogni modo, assicura Colombo «i soldi ci sono ed è questo il dato fondamentale». Certo, fine 2010 non è proprio dietro l'angolo, «ma nel frattempo stiamo lavorando a una soluzione intermedia: una connessione tra la linea vecchia e nuova all'altezza del bivio Adda (sul territorio di Cassano, ndr.) che permetterà il passaggio tra le due a una velocità di 100 chilometri l'ora». E per fine 2008 «anche l'innesto sul bivio Bergamo della linea da e per Treviglio Ovest sarà percorribile a 100 chilometri orari invece degli attuali 60». Fermo restando che dopo il quadruplicamento da Treviglio a Pioltello «non esiste una linea veloce e una lenta: su entrambe si può viaggiare a 180 chilometri orari, con punte di 200 su quella nuova». Ma non oltre, causa accordi intrapresi con le amministrazioni locali sull'impatto ambientale.

La rivoluzione dei binari
L'obiettivo finale è però la rivoluzione del trasporto ferroviario locale, attesa per la seconda metà del 2008: «Servizi frequenti, cadenzati e simmetrici nell'arco di 17 ore». In pratica in tutta la giornata ci sarà la certezza che il collegamento da e per Milano sarà sempre a un determinato minuto, «ma il servizio sarà effettuato anche con lo stesso materiale rotabile, per semplificare il lavoro manutentivo e fideizzare la clientela». Fermo restando che questo capitolo è materia di Trenitalia, società che si occupa della gestione dei treni: a Rfi tocca invece creare le infrastrutture dove farli viaggiare. «E alla Regione trovare i soldi per pagare servizi che comunque hanno un costo e che non possono basarsi solo sugli introiti delle tariffe», osserva Colombo, sfiorando un fronte decisamente complesso e ricco di incognite.

Il futuro nel Passante
Il modello che sarà applicato dalla seconda metà del 2008 ha al centro il Passante (un by-pass ferroviario a raccordare est e ovest) milanese: «Questo ci consentirà di sistematizzare il collegamento tra Milano e Bergamo con cadenze fisse e costanti nell'arco della giornata, e in più di lanciare da Treviglio un treno sul Passante ogni quarto d'ora». Il che vuol dire che tra collegamenti diretti e interscambi a Treviglio ci sarà una possibilità di raggiungere Milano via ferro ogni quarto d'ora: «Stiamo parlando di 200 treni al giorno».

Gli interventi sulla linea
Ma per raggiungere questo traguardo servono diversi interventi su tutta la linea. A cominciare da Treviglio «che non è ancora pronta a ribattere un treno ogni quarto d'ora da e per Milano: dobbiamo completare i lavori». Qui e non solo: «Entro giugno puntiamo a terminare una serie di interventi sulle nuove fermate: ad Arcene abbiamo già erogato il contributo per il parcheggio d'interscambio, a Levate entro i prossimi 90 giorni esperiremo la gara per un'analoga struttura. A Stezzano, invece, la Giunta ha approvato la convenzione: dopo la firma gireremo il finanziamento da 1,4 milioni per l'area d'interscambio».
Sempre a Stezzano resta un problema ancora sospeso: «I lavori della quarta corsia dell'A4 ci hanno costretto a una deviazione provvisoria che rallenta i convogli per circa un chilometro. Quando Autostrade per l'Italia terminerà i lavori per rimettere la travatura metallica nella sua sede potremo finalmente completare la banchina e recuperare tempo».

I dispositivi elettronici
Per febbraio sarà «invece completato l'impianto Acei di Bergamo, il che permetterà di razionalizzare al meglio la gestione del traffico». Per il momento la stazione vede la presenza di un impianto moderno e uno vecchio «in una cabina in mezzo al piazzale, con operazioni abbastanza antiquate e manuali» che hanno dialogato tra loro «con una certa difficoltà». Ultimo capitolo, ma fondamentale «l'impianto di sicurezza e segnalamento a Verdello. Un blocco automatico per distanziare i convogli tra loro e farli viaggiare fino a 5 minuti di distanza». Ipotesi che non si verificherà mai sulla Bergamo-Treviglio: «Ma senza questo impianto non riusciremmo a garantire il passaggio di 200 treni al giorno: sarà pronto per maggio».

Trasporti, con il 2008 tessera unica lombarda

La Regione Lombardia chiude il capitolo della sperimentazione sul prezzo unico per il trasporto pubblico integrato. Da gennaio, infatti, il superabbonamento per utilizzare tutti i mezzi pubblici operativi sul territorio lombardo diventerà un'iniziativa stabile, non più soggetta a ripensamenti: a 999 euro all'anno, prezzo bloccato rispetto a quello della fase sperimentale (agosto 2004-dicembre 2007), sarà infatti possibile acquistare la Carta regionale di Trasporto. Un passe-partout per spostarsi ovunque. Va così in pensione la Tessera regionale di Trasporto, che aveva caratterizzato la sperimentazione.

LE OPZIONI PER I PENDOLARI
Da gennaio sarà quindi possibile accedere a un abbonamento unico annuale da 999 euro, a disposizione di pendolari che utilizzano dai tre ai quattro mezzi diversi per i loro spostamenti quotidiani. C'è però anche l'opzione trimestrale, con la tariffa unica da 250 euro, e resta in vigore l'abbonamento annuale ridotto per tutti i pensionati titolari di reddito a partire dai 12 mila e 501 euro: in questo caso l'annuale costa 699 euro, il trimestrale 199. Questo il quadro dei costi base per circolare su autobus, urbani ed extraurbani, tram, metropolitane, treni suburbani, regionali e interregionali (esclusa la linea Suzzara-Ferrara), funivie di trasporto locale (non quelle sciistiche) e battelli del lago d'Iseo.

MODIFICHE E PREZZI
Per i superabbonamenti rincarano solo le riduzioni per invalidi e pensionati. Da 64 a 80 euro l'annuale e da 19 a 20 il trimestrale, ma con un innalzamento del limite Isee entro il quale è possibile usufruirne: da 12 mila a 12.500 euro per i pensionati e da 16 mila a 16.500 per invalidi e disabili. Sono 75 mila i lombardi che tra il 2004 e il 2007 hanno acquistato il «tesserone» per i trasporti, conveniente per chi utilizza più mezzi. Prendiamo per esempio il caso di un pendolare che deve spostarsi da Ponteranica a Milano acquistando tre abbonamenti trimestrali diversi di Atb, Trenitalia e Atm: il costo trimestrale è di 412 euro, annuale di 1.236, contro i 250 e i 999 della Carta regionale.

INCENTIVO PER TUTTI
Nella primavera e nell'estate scorsa le preoccupazioni di molti dei 75 mila pendolari utenti del «tesserone» non erano mancate. La sperimentazione triennale, in scadenza il 31 luglio, era stata infatti prorogata fino alla fine dell'anno. E in quella fase di incertezza molti avevano auspicato una stabilizzazione del sistema degli abbonamenti unici e integrati. «Quella del superabbonamento è un'iniziativa importante, che risponde anche a una sollecitazione della commissione Trasporti, da me presieduta – conclude Marcello Raimondi –. Condividiamo la necessità dei pendolari di non dover affrontare la burocrazia, oltre ai disagi che già tutti i giorni affrontano sui treni. E direi che in questo senso la Regione sta lavorando “per tre”: porta avanti quel che le compete, cerca di rispondere a certe carenze delle ferrovie e di far comprendere la necessità di formule sempre più integrate di abbonamento anche al Comune di Milano e in particolare all'Atm».

Milano: l'Ecopass va a gravare sui pendolari

Il problema del traffico a Milano non è di carattere ambientale, ma di mobilità, come a Londra. In realtà a Londra si parla di "congestion charge", ovvero di provvedimento contro il congestionamento del traffico, non contro l'inquinamento, accompagnato dalla totale eliminazione di parcheggi in centro. Si sa benissimo, del resto, che provvedimenti di limitazione al traffico su superfici territoriali relativamente ristrette, hanno effetti irrisori contro lo smog. L'Ecopass si basa quindi su un equivoco, non è un pass per l'ecologia, dovrebbe cambiare nome. E non si capisce nemmeno perché questo provvedimento debba essere pagato dai pendolari che vengono da fuori.

Montagna, 4 milioni per gli impianti

Nel bilancio della Regione per il 2008 c'è una nota positiva per gli operatori turistici in montagna: un sostegno finanziario di quattro milioni di euro per il potenziamento degli impianti di risalita.
È l'effetto di un emendamento, accolto durante il dibattito in aula, firmato anche dai consiglieri bergamaschi Marcello Raimondi (Forza Italia) e Giosuè Frosio (Lega Nord). I quattro milioni sono destinati alla realizzazione, alla riqualificazione e all'ammodernamento degli impianti di risalita.
«Sono molto soddisfatto – ha affermato Raimondi – perché finalmente siamo riusciti a rifinanziare una legge regionale che dai mondiali della Valtellina del 2005 non riceveva fondi. Si tratta di un ulteriore segnale di grande attenzione alla montagna da parte della Regione. In particolare, questi 4 milioni di euro costituiscono una boccata di ossigeno per il turismo montano in un momento di difficile sviluppo e permetteranno alle nostre valli di rinnovare l'impiantistica, valorizzando lo sport alpino nel rispetto del territorio».