Scuola, via alla maxi riforma
1500 classi e 30 mila allievi: sono queste, allo stato attuale, le dimensioni della formazione professionale regionale, il cui modello sperimentale avviato nel 2002 sta per ricevere un rinnovato impulso dalla legge approvata il 27 luglio dal Consiglio regionale. Il provvedimento stabilisce le norme di riferimento per il sistema educativo di istruzione (competenza concorrente Stato-Regione) e per la formazione professionale (competenza esclusiva della Regione). Si tratta quindi di una maxi-riforma lombarda della scuola. Numerosi gli aspetti qualificanti del nuovo sistema normativo.Innanzitutto i ragazzi dai 14 ai 18 anni che vivono nella nostra regione avranno a disposizione due sistemi di pari dignità e opportunità, quello dei licei e quello dell'istruzione e formazione professionale. Potranno passare dall'uno all'altro durante il loro intero percorso formativo.L'università sarà una possibilità di sbocco "naturale" non solo per i liceali ma anche per gli studenti della formazione professionale che lo vorranno, purché frequentino un quinto anno integrativo.
Altre novità sono:
- l'introduzione di un sistema di accreditamento degli istituti (pubblici o privati), rafforzati nella loro autonomia;
- un sistema di valutazione degli stessi da parte di un'authority "terza" che misuri adeguatezza e risultati in corso d'opera;
l'introduzione per i ragazzi di una "certificazione delle competenze" acquisite, anticamera in pratica del superamento del vecchio valore legale del titolo di studio.
Questi, in dettaglio, i punti principali del provvedimento.
ISTRUZIONE
In questo campo la Regione si occupa della gestione, amministrazione e programmazione delle scuole secondarie superiori: dimensionamento scolastico, assegnazione degli organici, del numero delle classi, del monitoraggio dei fabbisogni, dell'orientamento.La situazione attuale mostra una sovrapposizione di ruoli e di compiti tra gli organismi territoriali di governo (Ufficio Scolastico Regionale, Regione, Province, Comuni, istituzioni scolastiche) che, oltre a ingenerare caos, produce ingenti dispersioni di risorse. Nel percorso di confronto tra Stato e Regioni sull'attuazione del decentramento è previsto il trasferimento delle strutture ministeriali decentrate (Usr) alla Regione.
ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE (IFP)
In questo sistema la Regione esercita una potestà "esclusiva". Essa cioè, oltre ad occuparsi della mera gestione, amministrazione e programmazione degli enti, governa l'offerta formativa, definendo, nel rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni indicati dallo Stato, i percorsi formativi da erogare, gli obiettivi da raggiungere, i livelli qualitativi dei soggetti erogatori dei servizi (Accreditamento); l'efficacia e l'efficienza dei servizi (Valutazione); l'assegnazione delle risorse.
I PERCORSI
Con questa riforma si restituisce al canale della IFP pari dignità a quello della scuola secondaria superiore, si supera cioè la vecchia e scorretta separazione tra 'cultura' e 'professionalità'.Ciò significa che si porteranno a sistema e si potenzieranno i percorsi triennali regionali, avviati in via sperimentale nel 2002 (dai 620 iscritti iniziali agli attuali 31.000), a cui seguirà un quarto anno di diploma e un quinto anno utile o a sostenere l'esame per l'accesso all'Università oppure per l'accesso a un percorso di IFTS (Istruzione e Formazione Tecnica Superiore) della durata di uno due o tre anni.I percorsi di IFP assolvono sia il diritto-dovere di IFP sia il nuovo obbligo di istruzione inserito nella Finanziaria 2007.
CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE
Le competenze acquisite saranno certificate, ovvero rese trasparenti. La spendibilità di tali competenze, la cui certificazione rispetterà gli standard nazionali e le direttive comunitarie, sarà possibile a livello europeo.Il sistema di certificazione anticipa il possibile superamento del valore legale del titolo di studio e assicura due vantaggi: un più rapido ingresso nel mondo del lavoro e il diritto di capitalizzare gli apprendimenti acquisiti nel percorso formativo e nell'esperienza lavorativa per trasferirli nei diversi sistemi dell'istruzione, della formazione e del lavoro.Ad esempio sarà possibile accedere al secondo anno di un corso triennale anziché al primo.
ACCREDITAMENTO E AUTONOMIA
Nel sistema di Istruzione e Formazione professionale i servizi saranno erogati da soggetti pubblici e privati, equiparati attraverso un sistema di accreditamento. L'attribuzione delle risorse avviene da parte della Regione in base alla "quota capitaria" (numero degli iscritti). Ciò significa che gli alunni godranno di una "dote" che li accompagnerà nel percorso di studio, ovunque sia la scuola che sceglieranno.Gli istituti formativi di dipendenza regionale (e quelli eventualmente trasferiti dallo Stato) sono dotati di piena autonomia, anche finanziaria. Avranno cioè la possibilità di selezionare e valutare il personale docente e non docente da assumere.
VALUTAZIONE
In un sistema così composto si rende necessaria una valutazione dell'efficacia e dell'efficienza dell'offerta formativa. Il "valutatore indipendente", istituito dalla legge regionale n. 22 del 2006, verificherà gli obiettivi raggiunti dai servizi erogati. Questa attività di valutazione rende più trasparente la qualità degli istituti, favorisce una virtuosa competitività del sistema, aumentando la libertà di scelta delle famiglie.
RAPPORTO CON GLI ENTI LOCALI
Le Province, in accordo con i Comuni interessati, provvedono a rilevare le esigenze formative del proprio territorio, adottando i Piani provinciali, su cui l'assessorato regionale costruisce poi il Piano regionale dei servizi essenziali per tutto il sistema educativo. In coerenza con il principio di autonomia i soggetti pubblici e privati possono istituire ulteriori percorsi, senza però pesare sul bilancio regionale.
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